Dopo due anni riesco a passare una festa comandata presso la mia città natia Catania, passeggio per le belle vie della mai città guardandola con occhi, cuore e mente diversi dal passato, mi sento realmente un turista, apprezzo ciò che per me è stata normalità per decenni; apprezzo gli edifici, le chiese e la bellissima Piazza de Duomo, passeggio a fianco della mia “gemellina” Francesca con estrema rilassatezza, i fantasmi del mio passato sono sparsi ovunque per la città, vedo un bacio appassionato in Piazza Teatro Massimo, il capodanno del nuovo secolo per le strade di Via Etnea alla ricerca di un amico “scomparso” a fianco di due ragazze appena conosciute con le quali vidi l’alba del nuovo millennio sull’Etna, luoghi dove scoppiarono amori ed altri dove si infransero cuori.
Poi torno con i pedi per terra e mi rendo conto del motivo per cui non vivo più in questa bellissima terra, una città popolata da una “fauna” di esseri davvero poco senzienti e dal modus vivendi parecchio incivile. Al chiosco di Piazza Trento dei ragazzi sul ciglio della strada che consumavano la loro cena di mezzanotte in auto, hanno la felice idea di svuotare i rifiuti della propria auto sulla panchina della fermata dell’autobus allontanandosi immediatamente; rimasti sbigottiti da tale grado di inciviltà, una scena davvero inaspettata ci sorprende più della prima; un ragazzo extracomunitario ben vestito pulisce diligentemente la panchina, successivamente con molta perizia pulisce l’intera piazza per poi salire su un camioncino della nettezza urbana che si dilegua per le vie della città a quell’ora tarda. Non credo che nessun commento possa essere migliore dei due eventi descritti.
Due frasi famose possono meglio delle mia parole descrivere i miei sentimenti per la mia terra la Sicilia.
I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.
(Goethe)